martedì 17 giugno 2008

NEL CUORE E NEI RICORDI - parte II°

Era oramai notte fonda ed il silenzio regnava in mare come in barca; i pesci ancora non davano segni della loro presenza o di una loro attività ed ognuno di noi era assorto nei propri pensieri quando, con la coda dell'occhio, notai un piccolo movimento del vettino della mia canna a cui seguì una poderosa flessione. Ferrai immediatamente: il pesce era grosso e "menava" delle tremende capocciate. Pian piano gli occupanti della barca si rianimarono e cominciarono con tutta una serie di suggerimenti ai quali ricordo di non aver prestato alcuna attenzione, tanto ero concentrato dalla lotta. Dopo parecchi minuti staccai il pesce dal fondo ed iniziai a "pompare" con la canna.
Mancavano soltanto pochi metri ormai, tutti ora erano in silenzio ed impegnati ad aiutarmi; chi illuminando la superficie del mare con grosse torce, chi pronto con il guadino e chi nientemeno armato di raffio. Fù in quel momento che notai quel piccolo anziano signore alzarsi dalla panchina e, barcollando, avvicinarsi a me.
La sua faccia era illuminata dalla luna e vidi che la sua bocca, aperta in un grande sorriso, era completamente priva di denti. Ed in quel silenzio parlò con me per la prima volta; descrivervi come lo fece non mi è possibile e per questo chiedo a voi uno sforzo nell'immaginarvi il suono delle parole in romanesco che uscirono dalla sua bocca senza dentiera: "A regazzi' -mi disse- se pij 'n sarego con la dentiera guarda che la dentiera è mia, l'ho vommitata prima".
Un uragano di risa si levò da quel barcone, al buio in mezzo al mare; chi era piegato in due, chi batteva i piedi sul paiolato, chi piangeva per il troppo ridere. Ed io che quasi perdevo il pesce, uno stupendo sarago pizzuto da 1.300 grammi, l'unico di quella taglia che io sia mai riuscito a prendere in tutta la mia vita di pescatore.
Ma non è quella preda che stimola oggi i miei ricordi e di cui voglio raccontarvi, quanto del fatto che quello fù il giorno, anzi la notte, in cui nacque una grande amicizia che non avrei mai creduto possibile, data anche la notevole differenza d’età, tra me Alessandro e Richetto.
Quante pescate insieme.... non c’è tratto di costa della nostra regione in cui non abbiamo pescato. E le intere settimane di pesca sulle coste della Sardegna e della Corsica….. ...indimenticabili!!!!
Lontano dalle famiglie e dal lavoro; smettevamo di pescare solo per mangiare qualcosa e per dormire qualche ora.
Amici, più che fratelli, un legame che ....solo la morte poteva spezzare.
Io pesco ancora e quando, ritornato lupo solitario, mi ritrovo di notte in riva al mare spesso mi capita di immaginarli tutti e due ancora accanto a me, seduti sulle loro sedioline intenti nel guardare i vettini delle canne aspettando….. "la magnata...quella bona"... e ritrovarmi a sorridere ed a comprendere quella frase che credo di aver ascoltato, e magari anche controvoglia, da bambino in qualche sermone domenicale, quella frase a cui ora posso dare un senso reale ed un vero significato: "nessuno se ne va via per sempre se vive nel cuore e nei ricordi di chi resta".
Loro, i miei amici Alessandro e Richetto, sono ancora oggi presenti nel mio cuore e vivranno per sempre nei miei ricordi.

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