lunedì 23 giugno 2008

USCITA IN BARCA

Finalmente dopo diverse settimane di rinuncia, per condizioni meteo-marine decisamente avverse, sabato siamo finalmente potuti uscire per la nostra battuta di pesca in barca a sugheri e maccarelli.
La giornata è stata decisamente estiva e molto assolata……del resto quella di sabato era proprio la giornata che contraddistingue il solstizio d’estate…..e non ha tradito le aspettative.
Il mare si presenta calmo ed alle 07.00 di mattina il caldo si era già fatto “pesante” anche se spirava una leggerissima brezza mattutina; le condizioni sembravano davvero essere le ideali per un’uscita in barca….ma non avevamo fatto i conti con altre avversità di cui non avevamo per niente tenuto conto….. speranzosi solo nel ritorno dell’anticiclone delle Azzorre.
Il fermo biologico dei pescherecci, sommato anche al momento di agitazione e di “fermo per scelta” di tutto l’ambiente della pesca professionale per l’aumentare giornaliero del costo del carburante, ci è costato almeno un paio d’ore di pesca post-alba, le ore migliori…………la persona addetta all’acquisto della cassa di sarde fresche ha dovuto attendere l’apertura di un grosso ipermercato per poter trovare (..meno male !!!!) quest’esca, di solito presente sui banchi in tutte le pescherie anche nelle più piccole.
Un’esca fresca è indispensabile per poter essere sicuri di una buona resa in acqua…..e pensare di non trovare sarde fresche sui banchi di pesce in questo periodo era veramente l’ultimo problema che ci ponevamo o che potevamo anche lontanamente immaginare.
Il nostro amico arriva trafelato con la cassa di sarde alle 08.30…… finalmente possiamo partire.
Partiamo dal borghetto dei pescatori ad Ostia e dopo poco meno di venti minuti di traversata siamo sul posto a pesca.
Caliamo due sacchi di pastura bloccandoli ad una profondità di circa 4 metri, su di una batimetrica di circa 45 metri, e cominciamo a pescare scarrocciando, vista la leggerissima corrente presente.
La prima mezz’ora passa senza che nessuno di noi riesca ad avvertire alcuna mangiata; purtroppo anche se la superfice del mare si presentava placida l’acqua era ancora molto torbida da precedenti mareggiate e dal limo trasportato dal tevere in seguito alle recenti e copiose piogge delle settimane scorse; un veloce giro di telefonate verso altri conoscenti, usciti anch’essi a pesca in zone di mare limitrofe, ci danno conferma della scarsa attività del pesce.
Ma due catture quasi in contemporanea, la mia è quella di un altro amico, ci ridanno la speranza…….. i primi due sugheri di buona pezzatura sono in barca.
Decidiamo quindi di spostarci leggermente e di gettare l’ancora.
Qualche cattura, anche se sporadica, ci risolleva il morale per qualche momento e ci fa patire un pò meno il caldo che a mezzogiorno è davvero opprimente.
Decidiamo di fare una pausa per il pranzo a base di pasta fredda e vino ( quello immancabile nelle nostre battute ) e come sempre avviene in questi casi, quando tutti hanno il bicchiere di vino in una mano e la forchetta nell’altra, le frizioni di due mulinelli cominciano a stridere…..meno male che i possessori delle canne avevano avuto l’accortezza di aprirle un po’ di più perché altre volte è capitato di vedere costose attrezzature letteralmente sparire sott’acqua.
Il terminale di una canna viene quasi immediatamente tranciato dal pesce, sicuramente una bella palamita….la conferma avviene successivamente quando, trascorsi almeno 15 minuti di lotta e di fughe sull’altra canna del fortunato pescatore, alla fine si riesce a portare a paiolo una palamita sui tre chilogrammi allamata fortunatamente con l’amo in punta di fauci…se avesse ingoiato il terminale di fluorocarbon dello 0.20 non avrebbe che avuto una breve durata tra quella tagliente dentatura del predatore.
Alla fine, anche se non tutti hanno avuto egual sorte, io i miei tredici pezzi con una media di circa 600 grammi l’uno tra sugheri e pochi maccarelli, li ho portati a casa…..forse ho un po’ sforato il limite dei 5 kg. consentiti…..ma anche in barca vale l’ironico e poetico pensiero trilussiano sul pollo….e sulle quantità che spettano al ricco fortunato e al poveraccio jellato…..ad uno và l’arrosto…tutto…..ed all’altro non rimane che il fumo!!!!
Perciò mi sono attenuto doverosamente e scrupolosamente alla legge ed ai regolamenti in cui è previsto che il peso totale dei pesci in barca deve essere suddiviso per il numero dei pescatori presenti……..per cui…….se ipoteticamente un pescatore prende dieci kg. di pesce ed un altro niente….. siamo perfettamente, scrupolosamente e doverosamente in regola con le disposizioni di legge….. ah ah ah ah!!!!!
Per la cronaca sabato ho usato una 14 piedi prettamente da ledgering ma adattissima anche per una pesca in light-drifting a sugheri e maccarelli; con monofilo in bobina dello 0.28, dei piombi a siluro intercambiabili da 5 sino a 30 grammi (a secondo della corrente e del tipo di pesca: a scarroccio o con barca ancorata); finale fluorocarbon dello 0.23 lungo 120-150 cm. ed amo del numero 3; come esca…. filetto di sarda rinforzato con filo elastico.

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