lunedì 12 maggio 2008

IL MULINELLO A BOBINA FISSA : parte III°- la frizione

LA FRIZIONE



In linea di massima potremmo descrivere questo meccanismo semplicemente come un comunissimo freno con cui viene esercitata una pressione graduabile che, tramite una manopola a vite ed una molla che agisce per compressione su una serie di dischi di frenaggio, blocca o rallenta per aderenza (o “frizione” per l’appunto) la capacità di rotazione della bobina inserita nell’alberino in modo che il nylon possa essere rilasciato gradualmente rispondendo alla trazione del pesce senza spezzarsi.
La manovra di regolazione della frizione và fatta sempre tenendo conto del carico di rottura del monofilo imbobinato e sempre all’inizio dell’azione di pesca.
Nei mulinelli la frizione viene detta posteriore, quando è posta sulla base del corpo del mulinello, o anteriore quando è posizionata proprio nella parte superiore ed al centro della bobina.
Dire quale sia la scelta migliore tra le due possibilità non è cosa facile per me, in special modo perché ogni tipo di frizione ha i suoi estimatori ed affezionati sostenitori; chi reputa l’anteriore molto più affidabile e meno soggetta a disfunzioni dovute ad urti, granelli di sabbia o ad usura eccessiva, chi invece preferisce la posteriore perché più facilmente gestibile e manovrabile sotto la trazione del pesce.
Mi limiterò solo a descrivere sommariamente il meccanismo dei due tipi di frizioni che se per concetto sono simili, così come simili possono essere i materiali con cui sono realizzati i dischi di frenaggio, molto diverso è invece il modo in cui essi agiscono.
Nella Frizione Anteriore multidisco i dischi sono posizionati ed agiscono direttamente sulla bobina frenandone la rotazione per mezzo di una manopola che si avvita sull’alberino del mulinello; nella posteriore la serie di dischi sovrapposti invece agiscono direttamente sull’alberino del mulinello su cui in questo caso è bloccata la bobina; mulinello che avrà anche una meccanica leggermente diversa, così come leggermente maggiore sarà il suo volume ed il suo peso complessivo rispetto al suo omologo con F.A. Allentando la manopola posta alla base del corpo del mulinello si darà modo all’alberino di ruotare sul proprio asse in modo graduale e progressivo, a secondo di quanto si allenterà la tensione esercitata dalla molla, posta all’interno del blocco frizione, sui dischi.
Importante è conoscere il materiale con cui vengono costruiti i dischi di frenaggio; negli ultimi modelli di mulinelli di fascia alta i dischi vengono realizzati totalmente in carbonio di alta qualità ed in acciaio inox, alternando la loro disposizione in serie; ma tantissimi sono i materiali con cui possono venir realizzati: feltro, cuoio, teflon ecc., dovrete accertarvi sempre però che siano presenti almeno due dischi in acciaio nella serie, e non in ferro per il discorso sulla possibilità di formazioni di ruggine e di corrosione dovuta all’azione della salsedine.
Il loro numero ed il loro materiale varia in funzione non solo del tipo di mulinello ma chiaramente anche per la sua fascia d’appartenenza sul mercato, così come varia anche il metodo progressivo di avvitatura delle manopole; nei modelli migliori e più costosi si hanno frizioni micrometriche regolabili con minimi spostamenti della manopola caratterizzati da piccoli “click” (da qui il nome di micro-click)………………il concetto credo sia molto chiaro, “più spendi più hai dei materiali migliori ed affidabili”.
Negli ultimi anni sono usciti sul mercato molti modelli corredati da una doppia frizione anche se l’antecursore della doppia frizione, frizione posteriore e leva graduale che agisce direttamente sulla frizione principale, è il vecchissimo e mai sorpassato full controll della famosa casa francese Mitchell; pur essendo ormai arrivato alla 4° o 5° serie con un design rinnovato e diverso, il suo funzionamento tramite la leva che dà il nome all’attrezzo è rimasto pressoché invariato.
Altre case produttrici hanno poi immesso sul mercato diversi modelli di mulinelli corredati da una doppia frizione, come per esempio ha fatto la Shimano creando i modelli con leva da combattimento (fightin' drag).


La casa produttrice giapponese della Shimano è stata anche la prima ad aver ideato il sistema chiamato “bait runner” ( “esca che corre” ) molto apprezzato nel mondo del carpfishing e della pesca al siluro; anche altre case produttrici hanno poi copiato il sistema del bait runner affibbiandogli nomi diversi come “free spool” o “free runner”.

Oltre alla classica frizione questi mulinelli sono dotati di un altro dispositivo che per mezzo di una levetta disinserisce completamente la frizione principale e permette alla bobina di girare liberamente (…free spool) in modo che la carpa, il siluro o un grosso pesce possa fare la sua "partenza" con l’esca in bocca indisturbato senza avvertire resistenza alcuna.
Poi basterà agire lievemente sulla manovella del mulinello per disinserire automaticamente il dispositivo del bait runner, ripristinando la frizione principale tarata com’era all’inizio, consentendo così una sicura ferrata.

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