giovedì 10 aprile 2008

BOLENTINO: snodi e brillature, parte I°

Dettagli tecnici nella realizzazione dei calamenti:
gli snodi e le brillature


Sulla pesca al bolentino sono stati sprecati fiumi d’inchiostro…. nell’elencare le attrezzature più idonee, le esche più consone per la cattura di una specifica preda, i periodi migliori per questo o quell’altro pesce, i modi di pescare: ancorati o a scarroccio con ancora galleggiante…. ecc.ecc.; per questo ritengo che sugli argomenti sopra citati è meglio non aggiungere altro.
L’unico aspetto lasciato in secondo piano, e a cui non viene dato il giusto risalto ai fini del buon esito di una pescata, è una corretta realizzazione dei calamenti o almeno una sua spiegazione abbastanza chiara e dettagliata .
In fondo in tutte le tecniche di pesca gli aspetti che condizionano l’esito di una pescata sono sempre gli stessi e cioè ( e secondo il mio parere non fa eccezione nemmeno il bolentino) una corretta presentazione dell’esca, così come l’utilizzo di un amo appropriato all’esca stessa ed alla taglia del pesce insidiato, e una giusta grammatura del piombo utilizzato per tenere le esche in prossimità del fondale….…..è sottinteso che dovremmo trovarci a pescare in un luogo (secca o relitto) in cui è certa la presenza delle nostre prede altrimenti staremmo solo a far fare il bagno ai nostri vermi….
Spesso però si pensa, e soprattutto si dà massima importanza, all’acquisto di un buon mulinello ed una buona canna al carbonio di ultima generazione, con un’azione adatta al piombo utilizzato, credendo che questo basti per ottenere dei risultati migliori; mentre poca attenzione viene rivolta alle notevoli innovazioni che campioni nazionali di pesca da natante hanno apportato alla realizzazione dei loro terminali.
Molti potrebbero obiettare che nel bolentino, oltre alla conoscenza dei luoghi, delle abitudini dei pesci e delle secche migliori, basti solamente utilizzare un piombo ed un amo legato alla fine di un lenza avvolta su di una tavoletta di sughero per ottenere buoni risultati e tirar su prede di tutto rispetto….e, personalmente ed in parte, do loro ragione.
Ma se parliamo di utilizzare canne in carbonio e mulinelli costosi anche nella pesca-sportiva a bolentino di basso e medio fondale, progettati appositamente per questa tecnica, e per esca utilizziamo quei vermi d’allevamento che si trovano in scatoline il cui costo equivale a quello di un chilo di pesce comperato al mercato….non possiamo relegare in secondo piano l’importanza di una corretta utilizzazione e realizzazione dei nostri calamenti.
Conoscere le innovazioni tecniche, ideate nel campo agonistico della pesca in mare da riva ed adattate anche per la pesca da natante, è sempre utile anche per il pesca-sportivo non agonista….. se queste non presentano grosse difficoltà di realizzazione o elevate spese per un loro utilizzo.
In questa piccola panoramica vorrei descrivere come realizzare due accorgimenti utili per una corretta presentazione dei nostri finali e degli ami innescati: lo snodo e la brillatura.



LO SNODO



La realizzazione di particolari snodi sul terminale è pratica frequente, ormai già da qualche anno, in diverse tecniche di pesca come il lancetto, il surfcasting e il bolentino.
Questi snodi permettono al finale, che in alcuni casi può superare anche il metro di lunghezza, una migliore presentazione in corrente e soprattutto riducono sensibilmente la possibilità di grovigli dello stesso sul trave.
Descrivere come costruirli è più complicato che il mostrarvi un loro disegno; dallo stesso è facile intuire la corretta serie di accessori utilizzati per la loro realizzazione ed un loro corretto posizionamento.
La realizzazione più semplice prevede l’utilizzo di una girella costruita con materiale anticorrosivo altamente affidabile, nella misura più piccola possibile ma sempre rapportata al diametro del trave ed alla stazza delle prede che intendiamo insidiare, e una o due perline poste sopra e sotto la girella a svolgere una doppia funzione: quella di fungere da ammortizzatrici e quella di creare uno spessore adeguato di battuta tra il nodo e l’anellino della girella (come si nota nel disegno la serie prevede: nodo-perline-girella-perline-nodo).
In commercio poi esistono tutta una serie di accessori, più o meno validi, appositamente progettati per la realizzazione di questi snodi; secondo me però la semplicità d’uso della sola girella (ed anche la ridotta spesa per la realizzazione di un simile snodo) è sempre da preferire ed assicura una corretta mobilità sia in senso orizzontale sul trave che nello scarico delle torsioni del terminale durante la discesa sul fondo; importante è non serrare troppo tutto il complesso ma lasciare qualche millimetro di spazio alla girella per consentirle quella mobilità necessaria a ruotare sul trave.

ACCESSORI IN COMMERCIO PER LA COSTRUZIONE DI CALAMENTI A SNODO























fast connector (stonfo)
I nodini di stop vengono realizzati con uno spezzone di nylon dello 0.25 realizzando semplicemente un nodo uni a più spire e tagliando il filo in eccesso; in alternativa è possibile utilizzare al posto dei nodini anche gli stopper siliconici in gomma, altrimenti si può anche effettuare un classico nodo ad otto utilizzando lo stesso filo del trave, realizzato sia sopra che sotto le perline; sicuramente in questo modo si eviterà la possibilità di scorrimento accidentale del nodino o degli stopper, però si avranno dei nodi in più direttamente nel filo del trave del calamento.

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