lunedì 14 aprile 2008

IL MIO FIUME

Il mio fiume.....e tutto il resto non conta.

Ho deciso…domani è tempo di andare a pesca.
La giornata di lavoro è giunta al termine, problemi ed incomprensioni anche oggi…ed altri mi aspettano a casa, ma l’unico mio vero problema in questo momento è quello di trovar chiuso il solito negozio di articoli da pesca.
Acquisto il necessario e sono a casa.
Il momento di render partecipe della mia decisione la “dolce metà” è, come al solito, pieno di “risentita indifferenza”…alcune volte il silenzio è peggio di un urlo…ma tanto ho deciso.
Nella notte il pensiero di pesci magnifici lascia il posto a sogni ancor piu’ fantastici ed irreali….immagini di canne piegate all’inverosimile..... sino a quando ....suona la sveglia.
Mi alzo ed in dieci minuti sono in garage, carico il materiale in macchina e parto.
Ed è la solita sensazione, di cui mi accorgo solo dopo ed adesso che sto scrivendo, quella di aver lasciato una parte della mia vita indietro con i chilometri.
Sono già in sintonia con il mio “amico”, il mio fiume, ed il pensiero di come saranno le sue acque, se alte o basse, sporche o pulite, è l’unica cosa che importa.... adesso.
Ecco il solito bar ed è aperto, scendo dalla macchina e subito avverto che la temperatura è notevolmente diversa dall’ultima volta……è l’aria autunnale.... solo il barman è sempre lo stesso e, purtroppo………….. anche il suo caffè.
Ma il fiume è vicino…..in pochi minuti sono alla solita piazzola di sosta.
Mi carico sulle spalle l’attrezzatura con tutto l’utile e…..l’inutile.
Sono solo e solo mi incammino per quelle centinaia di metri che sembrano non dover finire mai.
I miei occhi si abituano pian piano all’oscurità e ad ogni passo aumenta distintamente il “rumore” del fiume così come il suo inconfondibile odore……
Voglio immaginare di esser solo....
Forse qualche centinaio di metri piu’ a valle o sulla sponda opposta altri pescatori stanno incamminandosi come me……ma voglio pensare di esser solo, io ed il mio fiume.
Arrivo sulla sponda che ormai conosco a memoria.
Sistemo il panchetto al solito posto e mi ci siedo aspettando i primi chiarori dell’alba.
Il mio amico è lì....sempre sveglio, non dorme mai da secoli anzi da millenni;
a volte muovendosi lento a volte impetuoso quasi arrabbiato ma mai placido…..quanta storia e quanta vita è scivolata sulle sue acque e tanta ne scorrerà ancora…….
Con i primi chiarori comincio a distinguere i contorni delle cime degli alberi sulla sponda opposta e poi……la nebbia che galleggia sull’acqua tanto eterea quanto appare palpabile quasi a voler proteggere, o nascondere al mondo, il mio fiume.
Mi sembra di essere seduto su di una nuvola.
Sospeso nell'aria, come gli alberi che mi circondano e che si stagliano sino all’infinito…..
Se dovessi mai “credere”, o solo immaginare, desidererei veramente che il Paradiso fosse un posto simile…
Intanto senza nemmeno accorgermi accendo una sigaretta, l’ennesima, ma questa ha un sapore decisamente diverso.... molto piu’ dolce, forse perché…………..
oggi sono ancora in riva al fiume........ il “mio fiume”…………e tutto il resto non conta.

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