giovedì 10 aprile 2008

BOLENTINO: snodi e brillature, parte II°

LA BRILLATURA


La realizzazione di una “brillatura” di una decina di cm. sul finale ( doppiatura o treccina ) assicurerà una certa rigidità al terminale in modo da allontanare il finale stesso dal trave e diminuire la possibilità di attorcigliamenti.
La sua realizzazione non presenta grosse difficoltà; una volta che si è capito il metodo, di per sé molto semplice, e si è acquisita una certa manualità la realizzazione della treccina ci ruberà solo qualche decina di secondi.
Come si può notare dalla sequenza di foto la prima cosa da fare è una doppiatura del finale ( foto n° 1 ) approssimativamente della stessa lunghezza della brillatura che vogliamo ottenere (….meglio abbondare un po’ tanto poi taglieremo il nylon in eccesso ); prendiamo un capo libero del filo tra l’indice ed il pollice della mano sinistra e facciamo la stessa cosa sull’altro capo con la mano destra; facciamo ruotare i capi con un movimento del polpastrello del pollice a sfregare sull’indice ( foto n° 2 )….. ma dovremo imprimere le due rotazioni contemporaneamente ed una in senso contrario all’altra (se con le dita della mano sinistra imprimiamo una rotazione in senso orario con le dita della destra dovremmo imprimerlo in senso antiorario…).
Alla fine otterremo la treccina nella lunghezza da noi desiderata ( foto n° 3 ), ora non ci rimane altro che bloccare i due capi con un nodo doppio o con una goccia di attack (meglio sarebbe prima fare un piccolo nodo e poi bloccarlo con il collante); tagliamo a filo nodo il capo libero più corto e poi tagliamo l’altro capo ( a cui andrà legato l’amo) della lunghezza desiderata, tenendo sempre presente la necessità di lasciare qualche centimetro in più per effettuare la legatura dell’amo.
Otterremo così il nostro finale, irrigidito dalla doppiatura, con una piccola asola ad un capo e l’amo all’altro ( foto n° 4 ); non resterà che far passare prima l’asola all’interno dell’anello libero della girella, poi infilare e far scorrere l’amo ed il finale all’interno dell’asola stessa e …..tirare.



















































QUALCHE CONSIGLIO IN PIU’…

Nella costruzione del nostro calamento con snodi, che sia a due-tre ami o con un solo lungo finale, dobbiamo porre attenzione alle distanze su cui posizionare gli snodi sul trave a cui poi verranno collegati i finali; bisogna sempre calcolare almeno 10-20 cm. in più del tratto di trave compreso tra i finali rispetto alla lunghezza dei finali stessi (facendo riferimento sempre al finale più lungo) e nel tratto di trave tra il finale superiore e l’asola per l’attacco al moschettone del monofilo in bobina; questo per evitare, durante la discesa sul fondo del nostro calamento o durante il suo recupero, un possibile accavallamento dei terminali…………gli esempi nei disegni ritengo che possano render bene l’idea.





















Anche se, con l’utilizzo degli snodi e delle brillature così come rispettando le loro corrette distanze sul calamento, diminuisce notevolmente la possibilità di sovrapposizioni dei finali col trave è buona regola anche nel bolentino di effettuare sempre un piccolo lancio sottomano, a qualche metro di distanza dal natante ed in favore di corrente, in modo tale che la discesa della lenza con piombo terminale avvenga in diagonale e non perpendicolarmente alla canna; così si darà modo al finale od ai finali con l’esca, molto più leggeri, di calare staccati e perpendicolari rispetto al piombo, che nella sua discesa verso il fondo, trascinerà loro ed il resto del monofilo.
Anche le classiche tavolette di sughero, dove una volta si avvolgevano i terminali, sono ormai superate oltre che introvabili.
Sino a poco tempo fa il sughero era l’unico materiale adatto e disponibile per avvolgere i nostri calamenti di scorta pazientemente preparati a casa, ma presentava anche un paio di grossi difetti: i terminali, al momento del loro svolgimento, presentavano delle pieghe difficilmente eliminabili ed anche gli ami, appuntati nella tavoletta, mostravano dei danni irreversibili da fenomeni di corrosione dovuti al ristagno dell’acqua marina che penetrava nel tessuto poroso del sughero.
L’interessamento di grossi produttori, nella promozione dell’agonismo anche per la pesca da natante, ha portato alla creazione ed all'introduzione di materiali sintetici.
Ora sul mercato per avvolgere i calamenti sono disponibili dei rullini bordati di varie dimensioni e di prezzo contenuto che permettono di avvolgere i nostri terminali evitando il formarsi di angoli acuti sul filo; inoltre il materiale sintetico con cui sono realizzati oltre ad impedire quei fenomeni di corrosione già citati consente di poter scrivere sulla loro superficie con un pennarello indelebile tutte le informazioni relative al calamento avvolto; la loro conformazione permette allo stesso tempo di poterli riporre ordinatamente in una qualsiasi cassetta di pesca, anche uno sopra l’altro, senza correre il rischio di danneggiare i terminali avvolti.

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