martedì 8 aprile 2008

IL LEDGERING - cenni storici e pareri personali

TECNICHE DI PESCA “MADE IN ENGLAND”:
IL LEDGERING

-cenni storici, chiarimenti e pareri personali-


-----E’ una classica tecnica di origine inglese, che si presenta come una raffinata evoluzione della pesca a fondo. D’altra parte “ledge” significa proprio “fondo”, in opposto a “edge” che indica la superficie dell’acqua.
Il termine ledgering ( trasformatosi in seguito in legering) esprime quindi chiaramente il concetto di “pesca statica o sul fondo”.-----
Così scriveva tempo fa, ad inizio anni ’80, Mario Molinari il pluricampione di pesca sportiva ed il primo divulgatore teorico e pratico, nell’introduzione ad una tecnica innovativa ed altamente catturante che prevedeva “anche” l’uso di attrezzature specifiche e pasturatori (feeder).
Quegli anni ’80 segnarono anche l’inizio dell’uso comune nel nostro linguaggio di terminologie inglesi che oramai fanno parte integrante del nostro vocabolario.
L’inglese, in questo XXI secolo, viene ormai considerata come la “lingua internazionale” e non solo in campo tecnico-scientifico ed economico, questo perché rispetto ad altre lingue latino-europee ha una semplice sintassi, un vocabolario ridotto ed il suo corretto uso permette di esprimere dei concetti semplici ma chiari ed efficaci.
Gli Angler inglesi questi concetti semplici, chiari ed efficaci li avevano anche applicati alla loro passione, la pescasportiva, suddividendo in due concetti di base , “edge” e “ledge”, i due tipi d’approccio di pesca nettamente differenti da applicare in quelle situazioni con cui dovevano confrontarsi giornalmente, esercitando la loro passione, nelle acque interne e nelle condizioni idro-geografiche e meteorologiche che caratterizzano le isole britanniche.
Due tipi d’approccio complementari tra loro al punto tale che un “total-angler” , un pescatore completo per esser chiari, avrebbe dovuto padroneggiare e saper utilizzare, in entrambi i casi, le attrezzature idonee e le varie tecniche applicabili non solo al livello competitivo ma anche dilettantistico.
La pesca all’inglese con i wagglers (float fishing), che rientra ampiamente nel concetto inglese di pesca di superficie, ha fatto grande presa e numerosi proseliti in Italia dopo un campionato del mondo, svolto in condizioni di vento quasi impossibili per la classica pesca all’italiana che ci vedeva vittoriosi da tempo, in cui gli inglesi prevalsero con una pesca a galla indirizzata ai cavedani utilizzando le loro corte canne e quei lunghissimi galleggianti in penna di pavone attaccati alla lenza solo in un punto e quasi privi di piombatura “attiva”.
In Inghilterra le condizioni meteorologiche avverse, con vento quasi sempre presente, hanno portato gli appassionati della pescasportiva ad attuare quegli accorgimenti opportuni per poter svolgere correttamente l’azione nella pesca in superficie (float fishing), con l’uso di match-rod (tipiche canne per la pesca con il waggler) e dei wagglers medesimi…… in tutte quelle situazioni in cui l’uso di questa tecnica era produttivo…. perciò nelle lente e basse acque dei canali, che caratterizzano il territorio, o dei numerosi e piccoli invasi naturali.
Il fatto di preferire e prevedere il solo montaggio fisso del waggler sulla lenza e l’uso di canne intorno ai 3.90 mt. condizionava chiaramente l’utilizzo di questa tecnica che veniva svolta prevalentemente in quei luoghi descritti in precedenza.
Nell’affrontare, in condizioni meteo avverse, i fiumi con una discreta profondità e con forte corrente così come nell’affrontare i grandi e profondi bacini o indirizzando la pesca verso quei pesci predatori con l’utilizzo di pesci vivi o morti per esca, la pesca di superficie con il wagglers veniva sostituita da una classica “pesca statica sul fondo” (ledgering).
A questo punto la domanda che sorge spontanea è: “ma allora esiste una reale differenza tra l’approccio alla pesca a fondo praticata dai nostri nonni….. che insidiavano in fiume le grosse carpe lanciando sul fondo lenze piombate ed ami innescati con impasti a base di polenta o con vermi di terra per le anguille, piuttosto che pesci vivi per insidiare i lucci, o tranci di sarde per insidiare i grossi predatori in ambiente marino ……e questo fantomatico ed innovativo concetto di LEDGERING importato dall’estero” ????
Assolutamente no, non c’è alcuna differenza sostanziale !!!!
Se potessimo tornare indietro nel tempo ad una quarantina d’anni fà ed avessimo la possibilità di poter osservare un inglese ed un nostro conterraneo intenti in una pesca leggera a fondo per insidiare cavedani (“chub” in inglese) non noteremmo differenze sostanziali nella loro azione; l’inglese affrontrebbe i suoi lenti canali od i suoi fiumi di media portata con corte, sottili e flessibili canne in fibra ad innesti (winkle picker) corredate di mulinello, montando degli arseley bomb da 10-15 grammi ( piombi con girella da montare a pendulum scorrevoli sulla lenza) o 4-5 pallini SSG in derivazione su un corto bracciolo; il nostro “nonno” invece affronterebbe i lenti gironi dei grandi fiumi del piano con sensibili canne telescopiche, con mulinello, sui 3-4 mt. ad azione di punta montando scorrevole un pallino di piombo o un piombo a pera di 10-15 grammi.
L’impostazione in pesca noteremmo che sarebbe simile in entrambi i casi, come altrettanto simili sarebbero i monofili, gli ami e le esche (fegatini e pezzi di interiora di pollo o bigattini) e soprattutto il metodo di pasturazione a mano o a fionda……perciò dove sarebbe la differenza??
Dove osserveremmo la tanto decantata “innovazione” nel concetto di pesca statica sul fondo ??
L’approccio nella pesca a ledgering in Inghilterra, prima degli anni ‘70, era identico al “nostro” approccio nella pesca a fondo, la cosidetta PAF.
Nella e dalla PAF, e quindi a maggior ragione dal ledgering e dal concetto ed approccio di “pesca statica sul fondo” che rappresenta, si svilupparono negli anni seguenti tutte quelle tecniche in cui si è soliti utilizzare delle esche naturali poggiate sul fondale…. oggigiorno definite “specialist” e che vengono riconosciute ed indicate con vocaboli inglesi come il “carp-fishing” (pesca alla carpa), il “cat-fishing” (pesca al channel ed al siluro), il “pike-fishing” (pesca al luccio ed al lucioperca)…ed in seguito il “feeder-fishing” (pesca con il pasturatore), tecniche in uso nelle acque interne; ma l’approccio in pesca, che deriva dal concetto di pesca sul fondo, potrebbe arrivare a comprendere anche impostazioni tecniche di uso prettamente marino come il beach-ledgering, il light-casting sino ad arrivare al surf-casting.
Nel concetto inglese di ledgering come “pesca statica sul fondo”, oltre a tutte le tecniche specialist già citate, rientrerebbero anche tutte quelle situazioni ibride con le quali si possono insidiare i pesci a contatto diretto del fondale.
Tanto per fare un paio d’esempi: la pesca con le lunghe bolognesi ed il pallino di piombo, che a volte viene utilizzata nella pesca al canale di Fiumicino o a Fiumara, per gli inglesi rientrerebbe nel concetto di ledgering.
Anche in tutte quelle situazioni in cui il galleggiante montato sulla lenza venisse utilizzato in forma puramente passiva, e cioè solo come segnalatore visivo in una lenza la cui piombatura o parte di essa poggiasse ferma sul fondo magari insidiando i lucci con esca viva, per gli inglesi sarebbero tipologie di pesca appartenenti al ledgering ( infatti questa tecnica viene conosciuta in Inghilterra come “float ledgering” ).
Indicare il termine “ledgering” (che esprime un concetto troppo astratto e generico), importarlo in Italia e pubblicizzarlo come una tecnica alternativa ed innovativa è stato per me un grosso sbaglio.
Tutto questo discorso a qualcuno potrebbe non interessare ed apparire superfluo, mentre agli amanti ed appassionati della tecnica specialistica con il feeder (pasturatore) questa situazione ha creato non pochi problemi d’identità e di riconoscimento.
Il termine inglese di “ledgering”, in realtà ed in conclusione, identifica e racchiude nella pesca con le esche naturali tutte quelle tecniche che non appartengono alla pesca di superficie (float fishing) in cui viene utilizzato un waggler.
In tutto questo la vera, unica e grande innovazione alla pesca a fondo apportata dagli inglesi intorno agli anni ‘70 è stata l’invenzione e l’utilizzo di un alimentatore di esche, traduzione letterale di “feeder” (…il pasturatore per intenderci), abbinato ad attrezzi specifici per insidiare determinati pesci, come i ciprinidi, che rispondono bene a forme di pasturazione e all’alimentazione sul fondo.
Questa tecnica specialistica complementare, ma allo stesso tempo anche alternativa alla pesca di superficie, che può trovare spazio ed impiego in moltissime situazioni ed indirizzata alla cattura di numerose specie di pesci…. che appartiene al ledgering ma non lo identifica totalmente come non lo fanno tutte le altre tecniche “specialist” già citate…. prende il nome di: FEEDER FISHING.

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