venerdì 11 aprile 2008

IL TEVERE presso il mobilificio "Rossetti"

LA FATTORIA ED IL CANALETTO

Non sono amante della pesca nelle cave private, poche sono state le volte che mi sono recato in questi stagni a pagamento e quasi sempre per portare mio figlio a pesca di trote iridee d’allevamento o per qualche incontro con gruppi di amici.
Qualche volta mi sono recato dietro il mobilificio rossetti sulla salaria presso il lago “la Barcaccia”, zona Monterotondo, che usavamo come base di riunione e di test attrezzatura con alcuni membri di un’associazione sportiva di pesca di cui facevo parte.
Questa cava naturale, formatasi dalle filtrazioni d’acqua e dall’esondazioni del Tevere, si trova proprio a pochi metri dal nostro biondo fiume ed i miei occhi ed il mio istinto verso la pesca “libera” mi hanno spinto a provare quel tratto di fiume invece che “rilassarmi” all’interno di quel laghetto.
Le zone che ho maggiormente frequentato sono due.
La prima si trova proprio dietro il capannone della fattoria che s’incontra prima di arrivare alla “barcaccia”; zona e tratto pescabile ed abbastanza frequentato….ci troviamo un tratto di sponda in terra ed un altro con massi, un po’ scomodi per il posizionamento, a protezione delle alte sponde.
In questo tratto di fiume la presenza delle bremes e dei cavedani è assicurata come anche quella di qualche gardon……ma appena scalda un po’ di più l’acqua si notano saltare delle carpe veramente impressionanti anche se non è propriamente un posto frequentato da praticanti del carp-fishing.
Valide le tecniche della bolognese e del ledgering con cui è possibile anche portare a termine positivamente qualche bel combattimento.
La corrente nei primi metri presso la sponda è affrontabile con grammature basse per la bolo mentre al centro chiaramente aumentà d’intensità ; a ledgering è possibile affrontare questo tratto di fiume con pasturatori block-end, tipo i black cap della Kamasan da 30-40 grammi, lanciando entro i 20-25 metri subito dopo lo scalino del fondale, che presso la fattoria è abbastanza libero da incagli; come esca bigattino o mais e come pastura una pastura dolce con aggiunta di grani di mais e di canapa (quelli dei barattoli per pesca o alimentazione…. vanno bene entrambi).
L’altro tratto è più nascosto e di difficile individuazione e si trova prima della fattoria; si deve lasciare la macchina presso il ponticello che si attraversa per scavalcare un fosso che si immette nel tevere, e costeggiare a piedi sulla sinistra il fosso stesso sino alla sua confluenza col fiume (circa una quarantina di metri); qui affacciarsi dalla sponda molto alta rispetto all’acqua e trovare una specie di scalini per scendere. Lo spot di pesca è stato scavato nella terra proprio nei pressi della foce, immagino da carpisti che lo frequentavano, che hanno creato anche questa sorta di scalini e di due piccole postazioni in piano per i panchetti o le sedie.
Lo spot è molto stretto ed a stento ci pescano due amici…se è occupato meglio ripiegare presso la fattoria.
Ma quel posto merita una o più visite, se ancora si trova nelle condizioni che conoscevo un paio d’anni fa; nel periodo da maggio a ottobre quel tratto di sponda, che offre uno scalino molto pronunciato sul fondale a 20 metri di distanza, è frequentato da carpe di taglia super che si accostano e frequentano quello scalino, maggiormente nelle fasi precedenti e prossime all’accoppiamento (maggio e giugno) ma anche nei periodi successivi.
Lì ho tirato fuori le più grosse carpe a ledgering, con attrezzature che definire “light” è come sovradimensionarle, ma la pesca è per me anche una sfida continua e test per le proprie capacità e per le attrezzature.
Tirar fuori carpe da 10 kg. con trecciati e finali dello 0.40 non fa per me.
Mi dà più soddisfazione combatterle con canne medium, finali dello 0.14-0.16 e 0.20 in bobina ed ami del n° 14 innescati con un fiocchetto di bigattini.



Come ho accennato in questo tratto di foce del canaletto nel tevere, tratto con pochissima corrente, occorre pescare a circa 20 metri e trovare la base e la parete dello scalino; i pasturatori più indicati sono gli open-end, tipo i grossi “tazzoni” della fox nella grammatura dai 42 ai 56 grammi.
Vanno tappati con della pastura dolce bagnata il giusto e con l’aggiunta di farina di canapa e di crisalide, inserendo tra un tappo e l’altro qualche chicco di mais e una manciata di bigattini.
Le dimensioni dei tazzoni fox si prestano bene a questa “farcitura” con cui portare sul fondo la giusta quantità di pastura e di alimento più consistente (bigattini e mais).
Occorre riempire spesso il pasturatore almeno all’inizio in modo da creare un tappeto di pastura che possa attirare i grossi ciprinidi presenti…….occhio sempre alla canna che deve essere ben posizionata sul picchetto, regolare bene la frizione (consiglio di utilizzare solo una canna per persona, sia per lo spazio limitato che per evitare qualsiasi problema nel combattimento con una grossa carpa) le partenze sono brucianti e si rischia di veder finire la canna a mollo trainata da un bel bestione.


IL "MITICO" PAX ( ...mio "socio di pesca" e compagno di viaggi ed avventure) con una signorina del posto

L'articolo in questione è dedicato ad un ex-amico....geloso e reticente nella divulgazione dei posti di pesca.

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